Dove vanno a finire le tasse che paghiamo?

Il 21% delle tasse va alle pensioni, il 19% alla sanità.
Un euro su dieci paga invece l’istruzione e un altro va al debito pubblico.
Il 21% delle tasse pagate dai 30 milioni di contribuenti Irpef va a finanziare le pensioni. Alla sanità finisce il 19% mentre la quota destinata a saldare gli interessi sul debito pubblico si attesta all’11 per cento.
È quanto emerge dalla nuova lettera che l’agenzia delle Entrate, proprio mentre la nuova stagione delle dichiarazioni dei redditi sta per entrare nel vivo, invierà dalla metà di questo mese per comunicare quanto hanno versato lo scorso anno e come lo Stato ha utilizzato quel gettito.
Sarà questa una delle novità del cassetto fiscale di ogni singolo contribuente, in cui oltre alla nuova dichiarazione precompilata per l’anno d’imposta 2017, alle eventuali lettere di compliance o alle comunicazioni di rimborsi spettanti, il cittadino troverà la distribuzione delle imposte relative ai redditi 2016 comunicati al Fisco con il modello Redditi o con il 730 precompilato.
Un progetto voluto dall’agenzia delle Entrate che ha come obiettivo principale migliorare il senso di partecipazione dei cittadini troppo spesso considerati soltanto contribuenti.
Sono circa 30 milioni i soggetti potenziali interessati, 20 dei quali hanno adottato il modello 730 e altri 10 milioni circa il modello Redditi.

Dalle prossime settimane, sul sito delle Entrate, accedendo al proprio cassetto fiscale o consultando la dichiarazione precompilata via web si potrà conoscere come sono state distribuite le risorse fiscali in un quadro sintetico che contiene le principali voci di spesa. Tutte riassunte in una tabella e in un “grafico a torta” attraverso i quali il contribuente potrà verificare concretamente il percorso compiuto dalle imposte in base alla propria dichiarazione dei redditi 2017.
La destinazione delle imposte è stata predisposta sulla base dei dati analitici della spesa pubblica elaborati dal ministero dell’Economia.
Così si apprende che oltre a previdenza, sanità e debito pubblico, a finanziare l’istruzione è destinato circa il 10,9% dell’Irpef versata, mentre tutela dell’ambiente, cultura e sport, nonché abitazioni e tutela dei territori ricevono, rispettivamente, il 2,5%, il 2,4% e 1,8%, ossia meno del 2,7% che lo Stato gira a Bruxelles sotto la voce «Contribuzione al bilancio Ue».

Nel totale delle imposte considerate, oltre all’Irpef rientrano, se dovute, le addizionali regionali e comunali Irpef, la cedolare secca sulle locazioni, l’acconto per somme assoggettate a tassazione separata, l’imposta sostitutiva sui premi di risultato, così come l’altra sostitutiva dovuta per il regime dei minimi (al 5%) il regime forfettario (al 15%).